Un protocollo del 2008, finora tenuto segreto, tra l’Eni e il ministero degli Affari Esteri permette alla multinazionale petrolifera italiana di stanziare i propri uomini presso la Farnesina per un periodo illimitato di tempo. Una mossa studiata ad arte per creare un “raccordo” tra l’azione diplomatica italiana e gli interessi dell’azienda che dimostra l’intreccio ormai sempre più indissolubile tra lo Stato e il cane a sei zampe.
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