Buone prassi nella gestione di fondi pensione in base a criteri ESG in alcuni Paesi europei (Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Francia e Germania)

Il variegato mondo che fa pressioni per il disinvestimento dai combustibili fossili per affrontare l’emergenza climatica, si è focalizzato molto sul ruolo delle banche, delle assicurazioni e dei principali fondi di investimento mondiali, ma ha prestato meno attenzione ai fondi pensione, in particolare in Italia. 

Per quanto il più grande fondo pensione italiano rimanga l’INPS, che non investe in azioni e titoli obbligazionari, pochi analisti hanno guardato al ruolo dei fondi pensione negoziali e delle casse di previdenza. Queste ultime – di cui le principali per risparmio gestito sono l’ENPAM del medici e la Cassa Forense degli avvocati nel nostro sistema sono molto rilevanti. Nonostante siano regolamentare per legge, ben poca attenzione è stata posta all’impatto sociale e ambientale dei loro investimenti in progetti ed aziende a combustibili fossili.

Lo studio realizzato da Merian Research per Re:Common ha messo in luce come in altri paesi nord europei l’attenzione sia maggiore al riguardo, e soprattutto vi sia più trasparenza sugli investimenti effettuati da questi fondi pensione. Italia e Germania per diversi motivi risultano maglia nera, ed è necessario che il Parlamento italiano, a cui ogni anno le Casse di previdenza presentano una relazione, si interessi da subito alla questione.

La co-presidenza italiana della COP26 sul clima il prossimo anno è un’ottima occasione per accendere un faro sulle Casse e il loro portfolio.

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