Re:Common e Greenpeace: «Perplessità su decisione di UniCredit di confermare assemblea azionisti a porte chiuse senza possibilità di intervento della società civile»

Proteste davanti alla sede di UniCredit contro gli investimenti nel fossile. Foto Re:Common/2019

ROMA, 25.03.20 – Re:Common e Greenpeace Italia esprimono forte perplessità riguardo la decisione di UniCredit di confermare il prossimo 9 Aprile a Milano la propria Assemblea degli azionisti, nonostante il momento di estrema difficoltà che l’Italia si trova ad attraversare.

Nelle scorse settimane, il governo italiano ha offerto alle società quotate la possibilità di posticipare le loro assise e di consentire la partecipazione e gli interventi degli azionisti da remoto. Riteniamo che UniCredit si sarebbe potuta avvalere di tali concessioni, anziché respingerle e predisporre un’assemblea che sarà priva di dibattito e, dunque, senza alcuno spazio democratico per l’azionariato critico e la società civile.

«Come associazioni avremmo voluto partecipare all’Assemblea di UniCredit per chiedere ai vertici della banca di smettere di finanziare l’espansione dei combustibili fossili e di alimentare, così facendo, l’aggravarsi dell’emergenza climatica», commentano Re:Common e Greenpeace Italia. «Questa volta, alla luce della decisione di UniCredit di svolgere l’assemblea a porte chiuse, non potremo essere presenti ma il nostro messaggio rimane chiaro: basta investimenti in carbone, petrolio e gas».

Le associazioni ambientaliste ritengono che, sia in questa fase che in quelle che seguiranno, il ruolo delle banche e del sistema finanziario italiano avrà una centralità assoluta, per cui le scelte prese oggi avranno enormi ripercussioni sul futuro. Garantire uno spazio adeguato di confronto, e dare la possibilità a tutti di vigilare su tali scelte, sarebbe dunque di vitale importanza per il processo democratico.

Re:Common e Greenpeace sono vicine a chi è colpito più duramente dall’emergenza sanitaria in corso e vogliono esprimere la più profonda gratitudine alle lavoratrici ed i lavoratori che si stanno prendendo cura di tutti noi.

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