ROMA, 23.07.2021 – In occasione dell’imminente aggiornamento della nuova strategia ESG (Environment, Social and Governance) di UniCredit, ReCommon invita l’istituto di Piazza Gae Aulenti a rafforzare i suoi impegni in materia di clima e ambiente, vietando la concessione di prestiti a tutte quelle società che stanno espandendo il settore del petrolio e del gas.
Nonostante una posizione sul settore del carbone riconosciuta come tra le più avanzate a livello internazionale – per quanto non esente da scappatoie – gli impegni relativi al comparto oil&gas, presi a novembre 2019, sono ancora molto deboli. Tra il 2016, anno di entrata in vigore dell’Accordo di Parigi sul clima, e il 2020, UniCredit ha concesso infatti 5 miliardi di euro alle principali società impegnate nell’esplorazione e nella produzione di petrolio e gas proveniente da nuovi giacimenti (scarica la lista in formato xls). *
Un trend, quello della finanza privata, denunciato a maggio anche dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, tradizionalmente molto conservatrice e vicina all’industria fossile che ha esplicitamente affermato che c’è bisogno di uno “stop ai nuovi investimenti nell’esplorazione e produzione di petrolio e gas”.
I criteri della policy di UniCredit permettono ancora di finanziare quelle società attive nei sotto-settori più impattanti sul clima e l’ambiente, riguardanti pratiche ultra-invasive come il fracking, attive in contesti pericolosi come le profondità marine superiori ai -1500 metri o in ecosistemi già fragili, come l’Artico onshore, e, in particolar modo, quelle che stanno espandendo il proprio business con progetti volti all’esplorazione, produzione e trasporto di idrocarburi, tra cui spiccano Eni, Total e Repsol.
Come riportato nel Bilancio integrato 2020, tra le venti iniziative prioritarie individuate da UniCredit per aggiornare e rafforzare il proprio profilo di sostenibilità nove riguardano rischio e credito, che porteranno anche a nuovi impegni relativi all’esclusione dei finanziamenti all’industria fossile.
«La nuova strategia ESG di UniCredit sarà un primo test sulla coerenza della banca in materia di clima», commenta Simone Ogno di ReCommon, «che sarà soggetta a pubblico scrutinio quando adotterà nuovi impegni sul fronte del petrolio e del gas. Il finanziamento a quelle società che stanno espandendo il proprio business fossile rischia di rappresentare una macchia indelebile nel percorso di sostenibilità della banca di Piazza Gae Aulenti», conclude Ogno.
Nell’anno della pre-Conferenza sul clima di Milano, quartier generale di UniCredit, della CoP26 di Glasgow co-presieduta dall’Italia e del G20 di Roma, gli occhi del mondo saranno puntati sul nostro Paese in materia di clima e transizione ecologica. È bene che gli attori finanziari facciano la propria parte, UniCredit compresa.
Le richieste di ReCommon a UniCredit:
- Implementare, entro il 2021, una policy che preveda l’interruzione immediata di ogni finanziamento per società che esplorano nuove riserve di combustibili fossili, espandono l’attuale produzione, espandono le infrastrutture che incentivano ulteriori estrazioni o estendono il ciclo di vita dei progetti esistenti, siano essi estrattivi o di consumo.
- Escludere, entro il 2021, la possibilità di finanziare progetti del settore oil&gas nell’Artico onshore.
- Ingaggiare in maniera proattiva i propri clienti del settore oil&gas, chiedendo loro di diminuire la produzione di idrocarburi del 50% entro il 2030.
- Implementare un piano di phase-out completo dei combustibili fossili in linea con l’Accordo di Parigi sul clima.
[*] I dati sono stati elaborati da ReCommon sulla base della ricerca finanziaria realizzata dalla società olandese Profundo B.V (www.profundo.nl), specializzata in questo tipo di analisi.
I dati sono aggiornati al 01.01.2021 e provengono dal database Refinitiv (in precedenza noto come Thomson EIKON), con i dati del database aggiornati a febbraio 2021. Per principali società espansive nel settore upstream oil&gas si intendono le prime 60 individuate nel report Banking on Climate Chaos, curato da Rainforest Action Network e Oil Change International.