L’esempio degli attivisti nigeriani nella lotta alla corruzione

Olanrewaju Suraju è il presidente dell’organizzazione nigeriana Human and Environmental Development Agenda. Nostro partner da quasi un decennio, ci ha raccontato che cosa vuol dire fare l’attivista in una realtà come quella nigeriana, condividendo con noi le sue analisi del caso OPL 245 (e sulla giustizia nel mondo occidentale), ma anche che cosa vuol dire essere ancora così tanto dipendenti dallo sfruttamento petrolifero, come è il caso della Nigeria. Così la favola petrolio uguale sviluppo e benessere portato dalle multinazionali “buone” si conferma per quella che è nella realtà dei fatti: per l’appunto solo una favola.

Quando hai iniziato a essere un attivista?

La mia vita di attivista è iniziata come studente in un istituto superiore e successivamente come leader del sindacato studentesco, di cui sono poi stato il presidente fra il 1995 e il 1998 (l’epoca della dittatura di Sani Abacha, ndr). È un viaggio che non si è mai fermato, anche alla luce delle tante sfide che dobbiamo affrontare.

Ci puoi spiegare che cosa fa l’organizzazione di cui sei presidente, HEDA?

HEDA Resource Centre (Human and Environmental Development Agenda) è un’organizzazione non governativa formalmente registrata in Nigeria. Si occupa di giustizia ambientale, buon governo, lotta alla corruzione, ricerca e recupero di beni illeciti. L’organizzazione esiste da 18 anni ed è impegnata nella promozione attiva della sua missione e visione attraverso interazioni con tutti i soggetti interessati sia a livello locale e internazionale. Ha stabilito partnership e collaborazioni con organizzazioni sue simili nel Regno Unito, in Italia, negli Stati Uniti e in altri paesi africani per promuovere i diritti umani e la giustizia ambientale. Ha lo status di osservatore ECOSOC e l’accreditamento presso l’UNFCCC (due entità delle Nazioni Unite, ndr). Ha pubblicato diversi rapporti su casi di corruzione che coinvolgono cittadini di alto profilo e persone politicamente esposte. L’organizzazione mobilita i cittadini e spiega loro come riappropriarsi dei loro diritti e si impegna a garantire che i soggetti eletti dal popolo siano chiamati a rispondere delle loro azioni.

Quanto è rilevante la voce della società civile nel contesto nigeriano?

La società civile e i media in Nigeria svolgono un ruolo molto attivo nella critica e pressione sulle politiche e sui programmi del governo. Il partito al potere e il principale partito di opposizione sono due facce della stessa medaglia. Questo è il motivo per cui ci sono politici che cambiano partito politico a loro piacimento. I cittadini si affidano alla società civile per intervenire su diverse questioni. Alcuni governi che si sono succeduti si sono impegnati e hanno collaborato con la società civile per attuare delle riforme e per la promozione dei diritti umani nel Paese. Altri hanno attaccato la società civile in risposta alle critiche e alla pubblicazione di rapporti non favorevoli nei loro confronti.

Come hai accennato tu, è difficile essere attivista in contesti politici e sociali come la Nigeria, immaginiamo. Hai mai avuto problemi di sicurezza o minacce?

Attualmente fare l’attivista è molto simile all’epoca della dittatura militare. Mentre i militari, quando sono al potere, arrestano, molestano o uccidono gli attivisti e l’opposizione, il “regime civile” impiega mezzi informali e talvolta dei mercenari per attaccare gli attivisti e i media considerati antagonisti o critici nei confronti delle loro opinioni e posizioni.

Sono stato arrestato e detenuto per aver chiesto il disimpegno militare sotto il regime di Abacha. Finita la dittatura, ho subito diverse minacce di attacchi fisici e intimidazioni per aver svelato e denunciato vari funzionari corrotti. Recentemente, l’ex ministro della Giustizia collegato alle accuse di corruzione del caso OPL245, Adoke Bello, ha tentato di usare la polizia per molestarmi e intimidirmi. Sono stato detenuto e ho dovuto pagare una cauzione solo sulla base di accuse inventate.

In un Paese come la Nigeria, dove lo sfruttamento petrolifero è così importante per le sorti dell’economia, quali sono i principali problemi legati a questa attività?

La Nigeria si basa molto sullo sfruttamento del suo petrolio, principale fonte di entrate per il Paese. Purtroppo questo settore è stato protagonista delle peggiori forme di corruzione al mondo. Una corruzione che coinvolge nigeriani e stranieri, segnatamente diplomatici, multinazionali del settore, banche, avvocati e esponenti del mondo dell’intelligence.

Un altro problema è l’abuso dei diritti umani e ambientali da parte di chi estrae il petrolio, in collaborazione con funzionari governativi compromessi. Le compagnie petrolifere sfruttano il petrolio in totale disprezzo delle leggi locali e provocano l’inquinamento dell’aria e dell’acqua, distruggono i terreni agricoli, uccidono i pesci, mettono in pericolo e impoveriscono le comunità.

La Nigeria esercita la riscossione delle rendite dello sfruttamento del petrolio piuttosto che la proprietà e il pagamento delle tasse di servizio agli operatori. Le multinazionali incamerano i profitti e benefici nello sfruttamento, a differenza di altri stati produttori di petrolio, e pagano le royalties sotto forma di affitti allo Stato.

Poi ci sono il furto di petrolio da parte di impiegati e operai. Le grandi compagnie petrolifere rubano di fatto il petrolio tramite dichiarazioni di produzione per l’export, mentre i colletti bianchi cospirano con le comunità locali e i giovani per impegnarsi nel bunkeraggio del petrolio e, in alcuni casi, nella vandalizzazione delle condutture.

Tu hai seguito molto da vicino la vicenda OPL245, anche in presenza ad alcune udienze svoltesi a Milano. Qual è il tuo giudizio sul risultato finale del processo italiano e come pensi possa evolversi la vicenda in Nigeria, dove il procedimento giudiziario è ancora in atto? Il denaro sottratto al popolo nigeriano sarà mai restituito al suo legittimo proprietario?  

Il processo italiano mi ha fatto capire che avevo delle idee sbagliate sui sistemi giudiziari dei paesi al di fuori dell’Africa. Credevo che in Europa e in altri paesi sviluppati l’indipendenza giudiziaria, lo stato di diritto e la giustizia fossero garantiti, ma ora ne so di più. Quella sentenza è stata un’enorme delusione e le circostanze che la circondano tendono a peggiorare la mia impressione.

I casi in Nigeria si stanno gradualmente delineando, ma sono ostacolati dal fatto che gli imputati internazionali non si presentano in tribunale per affrontare il processo. Gli imputati locali vengono regolarmente perseguiti. L’Economic and Financial Crimes Commission – la procura nazionale anti-corruzione nigeriana, ndr – sta facendo un lavoro fantastico al riguardo. Nonostante le sfide poste dal nostro sistema giudiziario, ci aspettiamo di vedere alcune differenze significative nei casi nigeriani se alle società e alle persone politicamente esposte coinvolte non sarà permesso di usare le loro solite tattiche per ritardare il processo.

L’attuale governo ha migliorato l’integrità del processo di recupero dei fondi. Alcuni fondi recuperati dal Regno Unito in relazione al caso OPL245 sono stati impiegati per un programma di intervento sociale a beneficio della popolazione. Altri fondi recuperati sono stati utilizzati per la costruzione di infrastrutture. È ormai passato il principio che i fondi recuperati saranno destinati alle vittime della corruzione, ovvero la cittadinanza nigeriana.

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