Il TAP porterà il gas russo in Italia?

Per anni abbiamo fatto la Cassandra, ripetendo senza sosta che ampliare la portata del Corridoio Sud del Gas, che “consegna” all’Italia il gas azero attraverso l’ultimo segmento, il famigerato TAP, sarebbe stato quanto mai complesso, senza prendere in considerazione le riserve di gas russo. Gas dal quale in teoria ci saremmo (e ci siamo) dovuti affrancare, ma che forse rischiamo di ritrovarci nei tubi che attraversano il Mar Adriatico tra l’Albania e il Salento, soprattutto dopo che negli ultimi mesi l’Ue ha approvato l’espansione e il raddoppio del TAP stesso.

I fatti. La notizia riportata dal sito Eurasianet nei giorni scorsi è di quelle che non sarebbero dovute passare sottotraccia: il produttore ed esportatore statale russo di gas Gazprom ha annunciato il 18 novembre di aver iniziato a fornire gas alla compagnia statale azera SOCAR il 15 novembre e che fornirà un totale di un miliardo di metri cubi fino a marzo 2023.

Mappa con la posizione del giacimento di gas Shah Deniz e i percorsi del South Caucasus Pipeline (SCP), del Trans-Anatolian gas pipeline (TANAP), del TAP, così come del Nabucco, quest’ultimo abbandonato in favore del TAP. Pechristener File:Nabucco West Route.jpg: PowerPerson File:BTC-Pipeline.png: Devil_m25, AntemisterCC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons

“L’accordo è stato siglato proprio in vista del periodo di picco della domanda invernale” riporta l’articolo “in quanto l’Azerbaigian cercherà di mantenere le forniture ai propri clienti nazionali di gas, rispettando allo stesso tempo gli impegni di esportazione verso la Georgia e la Turchia, nonché il recente ampliamento degli scambi commerciali con l’Europa”. E qui viene il bello, si fa per dire.

“Le esportazioni verso l’Europa attraverso il Corridoio meridionale del gas avrebbero dovuto raggiungere i 10 miliardi di metri cubi quest’anno, ma in base a un nuovo memorandum d’intesa con l’Unione Europea firmato a luglio, Baku ha accettato di aumentare le esportazioni a 12 miliardi di metri cubi”. Il tutto ovviamente per aiutare l’alleato europeo a superare la crisi del gas provocata dalla guerra in Ucraina. Il diavolo sta nei dettagli, come recita l’adagio. Eurasianet, infatti, specifica che sebbene dell’accordo si sia molto parlato (e lodato) a Bruxelles e a Baku, “non è mai stata chiarita l’esatta provenienza del gas supplementare”. Insomma, l’assioma che l’ampliamento della portata di una mega-opera come il Corridoio Sud del Gas, e quindi il TAP, non sarebbe stata possibile senza l’uso del gas russo potrebbe essere tristemente confermato dai fatti. D’altronde le relazioni tra Baku e Mosca sono state sempre solide anche negli anni in cui il mega gasdotto veniva costruito e l’Ue ripeteva che sarebbe servito a diversificare dalle forniture di gas russo.

Certo è che, anche qui come ripetuto incessantemente per l’ultimo decennio o quasi, era un grosso problema affidarsi a un regime di fatto come quello guidato dalla famiglia Aliyev in Azerbaigian. Le carceri di Baku “ospitano” decine di prigionieri politici, mentre il malaffare e la corruzione aleggiano sulla realizzazione del TAP, ma anche su altri casi di cui ci siamo occupati negli ultimi tempi, come il barbaro assassinio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia. Russo o azero, è gas insanguinato, di cui però l’Europa non vuole proprio fare a meno.


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