
Fonte: Misna
Corsi d’acqua, stagni e campi coltivati sono stati contaminati da due nuovi incidenti che chiamano in causa il gruppo petrolifero italiano Eni: lo dicono alla MISNA gli ambientalisti nigeriani di Environmental Rights Action, dopo aver effettuato sopralluoghi e raccolto le testimonianze di pescatori e contadini.
Entrambi gli episodi sono avvenuti nella regione meridionale del Delta del Niger, nello Stato di Bayelsa. Il 14 settembre “problemi tecnici” sarebbero stati all’origine di una fuoriuscita di greggio nei pressi della stazione di pompaggio di Obema, non lontana dal villaggio natale del presidente nigeriano Goodluck Jonathan. “Le comunità locali – sottolinea Nnimmo Bassey, il direttore di Environmental Rights Action – accusano Eni e la sua sussidiaria Agip Nigeria di non aver sostenuto in alcun modo la popolazione dei villaggi, dipendente in modo pressoché completo dalla pesca e dall’agricoltura”. Un capo tradizionale dell’area dove è avvenuto l’incidente, Abrakassa Adugru, ha anche messo in guardia Eni dalla possibilità di un sabotaggio delle sua attività nella zona.
Sempre a settembre un altro incidente ha colpito la comunità di Kalaba, nel distretto di Yenagoa. Sulla base di interviste e sopralluoghi effettuati nell’area più volte, gli ambientalisti di Environmental Rights Action calcolano che solo nel 2011 le fuoriuscite di greggio collegate in vario modo alle attività di Eni sono state oltre 20. Dalle testimonianze e dalle fotografie inviate alla MISNA dall’ong nigeriana emerge che uno dei problemi è la fuoriuscita dagli oleodotti di greggio “allo stato gassoso”.