Perché dovremmo investire risorse pubbliche in aziende che fanno profitti milionari devastando il Pianeta?
Fondi pubblici: per il bene comune o quello delle grandi imprese?
Troppo spesso, il denaro pubblico viene utilizzato per favorire interessi che non sono quelli della collettività. Sono gli interessi di un gruppo ristretto di grandi aziende, nelle quali lo Stato ha di frequente una quota rilevante, ma che portano avanti un’agenda segnata dalla ricerca del profitto senza curarsi delle ricadute ambientali e sociali delle loro attività.
Non possiamo permettere i fondi europei in arrivo siano allocati secondo questa logica, che favorisce la concentrazione di potere e la devastazione ambientale. Non vogliamo una ripresa che ricalchi il modello estrattivista: vogliamo una trasformazione radicale nella gestione delle risorse pubbliche.
Trasparenza e potere dei media
Ci sono operazioni di centinaia di milioni di euro di cui noi non sappiamo nulla, che ci vengono nascoste dietro l’opacità di meccanismi complessi o di enti tenuti volutamente lontani dai riflettori.
È il caso della SACE, l’agenzia di credito all’export italiana. Un ente dal bilancio miliardario, che assicura le grandi multinazionali italiane e i loro finanziatori, contro i rischi commerciali e politici, specialmente per i progetti in paesi ritenuti “a rischio”. Lo Stato si fa assicuratore per chi vuole espandere il proprio business a livello mondiale, così da supportare i propri “campioni” nella sfida posta dalla globalizzazione economica. La SACE è quindi uno dei punti nodali nel meccanismo di finanza pubblica a sostegno dei “soliti noti”, su cui noi crediamo sia giunto il momento di squarciare il velo di segretezza ed effettuare un reale controllo democratico, chiamando a rispondere delle sue responsabilità il governo italiano.
SACE
(Servizi Assicurativi del Commercio Estero), l’agenzia di credito all’esportazione italiana, è uno strumento di politica economica molto rilevante nelle mani del governo, del quale però si parla pochissimo. SACE assicura le grandi multinazionali italiane e i loro finanziatori, contro i rischi commerciali e politici, specialmente i progetti in paesi ritenuti “a rischio”; pur essendo formalmente privata, le sue coperture sono in larga parte contro-assicurate dal Ministero del Tesoro. Lo Stato si fa quindi assicuratore e supporta i “campioni” nazionali (vedi Eni, Fincantieri o Leonardo) nella sfida spesso brutale della globalizzazione economica.
Vogliamo che:
- Si smetta di garantire fondi pubblici alle multinazionali fossili e alle grandi opere inutili e imposte ai territori.
- SACE non dia più garanzie pubbliche a progetti fossili.
- Siano introdotti nuovi meccanismi di trasparenza e partecipazione pubblica per la gestione degli investimenti pubblici e dei fondi europei.
- Sia promosso un altro modello di ripresa, che metta al centro i bisogni dei territori.